Il mendicante

da "Asporti non autorizzati"


Il povero Matteo Felera non sapeva darsi pace. L'attività di mendicante non gli rendeva nulla o quasi. Esercitava con pochissima fortuna vicino alla chiesa di Santa Teresa degli Scalzi e solo dopo molto tempo scoprì le ragioni del suo insuccesso: era giovane, di taglia atletica e per di più con un bel sorriso stampato sempre sul viso.

Capì che, come era, non poteva continuare l'attività, ma non gli andava di mostrarsi triste, di fare il finto storpio. Aveva una dignità da difendere.

Pensa e ripensa, trovò una soluzione.

Dopo alcuni aggiustamenti, gli affari andarono benissimo. Diventò ricco. Venivano anche da altri quartieri e facevano addirittura la fila per consegnare i soldi nelle sue mani. I suoi benefattori gli dicevano: "Segnatevi il mio nome e passatelo ai vostri superiori." E tutti puntavano il dito verso il cielo.

Quale fu il segreto della ricchezza di Felera?

Semplice: praticò dei tagli alla giacca e ne fece uscire fuori delle piume bianche, che davano l'idea di ali. Poi fece girare la voce che era un angelo in incognito, mandato sulla terra, sotto forma di un povero mendicante, per fare la lista di quelli che meritavano di entrare in Paradiso.