Autobus 185
da "Asporti non autorizzati"
Per motivi di lavoro, la povera Milena era costretta a prendere due volte al giorno, da casa all'ufficio e dall'ufficio a casa, l'autobus 185.
Molto si è scritto su questa linea di trasporto pubblico, che aveva due caratteristiche notevoli. Innanzitutto, il rapporto viaggiatori - borseggiatori, sproporzionatamente proteso in favore di questi ultimi, e, poi, l'affollamento veramente leggendario a qualunque ora.
Milena era depredata un giorno sì e uno no di piccole somme e, a mesi alterni, dello stipendio.
La donna, che già di suo non ci stava con la testa, diventò ancora più lunatica.
Perse completamente il ben dell'intelletto il giorno in cui, non avendo altro da prendersi, una banda di ladri particolarmente agguerrita le rubò anche le mutande, oltre a tutto il resto dell'abbigliamento.
Un passeggero, impietosito, le regalò, perché potesse coprirsi, il suo impermeabile.
Milena, definitivamente impazzita, rifiutò di scendere dal 185. Andava avanti e indietro sul mezzo, mangiava sull'autobus, cibandosi con un cestino da viaggio che le forniva un ristorante convenzionato, faceva i suoi bisogni la sera nel deposito, prima che i pulitori salissero sull'autobus, e le preparassero il 185 per il riposo notturno.
Per vivere si era ridotta a fare la puttana, in piedi. Non era poi tanto difficile. Sotto l'impermeabile non aveva niente. Apriva il capo di vestiario e si offriva ai pendolari nella calca. Era diventata una celebrità tra i passeggeri abituali. Diventò un motivo di forte richiamo per la già affollatissima linea 185. I borseggiatori la lasciavano in pace. Per loro era una benedizione. Milena distraeva le vittime, e facilitava, quindi, il loro lavoro.
Se salivano i controllori, Milena aveva la scusa pronta: "Non ho il biglietto. L'ho lasciato nell'altro vestito".