Una rara patologia

da "Asporti non autorizzati"


Il primario aveva chiamato gli assistenti. Il caso era più unico che raro, e veramente interessante. Giovambattista Cogliandro soffriva della patologia che va sotto il nome di ergofilia. Non appena vedeva un altro che lavorava, godeva.

"Ma che malattia! Qui ci troviamo di fronte all'essenza stessa del capitalismo." osservò uno degli assistenti, che aveva fatto il 68. Il primario lo fulminò con un'occhiataccia. "Qui si parla di godimento completo, carnale. Imbecille!"

Lunghe sedute psicoanalitiche non approdarono a nulla di buono. Cogliandro non guariva, e neanche migliorava. Viveva rintanato in casa. Il padre pensionato non lavorava, e, quindi, non c'erano problemi. Ma la madre era un'ottima massaia, cucinava, rigovernava, lavava, lucidava, cuciva. 

Un giorno, per televisione, la presidentessa della Federcasalinghe dimostrò che quello delle donne di casa era un lavoro come tutti gli altri.

La povera madre stava cucinando. Cogliandro la guardò sotto la nuova luce (potenza della televisione!) ed ebbe subito uno dei suoi famosi attacchi. Il padre lo cacciò subito di casa.
Giovambattista si adattò a vivere in un sottoscala, lontano da tutto e da tutti. Dopo un po', non ne potette più della sua vita da eremita.

Giovambattista Cogliandro fu portato immediatamente davanti al giudice. Doveva rispondere di atti osceni in luogo pubblico. Nel giro di poche ore aveva avuto una decina di attacchi. Il primo si era scatenato quando aveva visto il portalettere infilare una busta in una cassetta delle lettere. E non era neanche uscito dal portone. Cogliandro non aveva visto che gente impegnata a lavorare quel mattino. Da gente addetta ai lavori stradali, a trasportatori, a rappresentanti di commercio, aveva visto di tutto. Spossato si era detto: "E poi i giornali parlano della spaventosa percentuale di disoccupati."

Il giudice lo guardò ridacchiando. Non era mal disposto verso Giovambattista. Accettò quindi di rispondere all'imputato.

"Signor Giudice, la vostra attività come si qualifica?" chiese Cogliandro con apprensione.
Il magistrato rispose amabilmente: "Corrisponde all'esigenza superiore di venire incontro all'ansia di giustizia dei cittadini. Ma è un lavoro come tutti gli altri."

"Ah, ah, giudice...ah, ah."