Sulla strada
da "Asporti non autorizzati"
Luigi non stava mai fermo, era smanioso. Solo in amore era costante. Da anni era fidanzato con Serafina, che era l’unico impegno fisso della sua vita. Capì che per realizzarsi avrebbe dovuto viaggiare in lungo ed in largo per il mondo. Serafina, che pure lei gli voleva un bene dell’anima, anche se avrebbe preferito una vita un po’ più tranquilla, finì con l’accondiscendere ai suoi desideri. Si sposarono. Per regalo chiesero solo soldi. Con quello che riuscirono a racimolare comprarono un camion coperto scassatissimo, che attrezzarono, alla meglio, come un camper.
"Questo sarà il nostro carro da pionieri. Vedrai, Serafina, andremo dappertutto, e faremo soldi a palate" disse Luigi mettendosi al volante.
E viaggiarono, viaggiarono. Luigi si staccava dalla guida solo di notte, per andare a dormire.
In breve le provviste e i pochi soldi per la benzina finirono. Luigi non accennava a preoccuparsi. Muoversi per lui era la vita. Tutto il resto non contava. Serafina, che era giudiziosa, cominciò a stare in ansia.
Ma, dopo un po’, le cose cominciarono a mettersi proprio come Luigi aveva sperato. Serafina non sedeva più accanto al posto di guida. Diceva che quando stava lì le veniva da vomitare. Passava tutto il giorno nella parte posteriore del camion, dove erano un lettino ed una cucina arrangiata. Ogni tanto, la ragazza bussava attraverso la lamiera al marito, che, sbuffando, si fermava, e rimaneva al suo posto, smanioso di rimettersi in viaggio. Dopo una mezz'ora, Serafina bussava nuovamente, per dare il segnale che si poteva ripartire. Dopo un po', altra fermata. Serafina scendeva e si avvicinava al posto di guida del marito. "Sono scesa per sgranchirmi un po' le gambe, e vedi che ho trovato!" Mostrava un bel pacco di fruscianti bigliettoni di banca.
Con i ripetuti ritrovamenti di Serafina non ci volle molto e diventarono ricchi. Potettero permettersi l’acquisto di un camper con i fiocchi, con tutte le comodità. Serafina continuò a sentirsi male in viaggio e ad imporre continue fermate al marito. Erano brevi soste, giusto il tempo di adescare i clienti, di farli salire sul mezzo, di offrire sapienti prestazioni e di intascare il danaro.