Via Petrarca 258
da "Il Contastorie"
Nel bel palazzo signorile di via Petrarca la cronaca aveva registrato, in una stessa notte, due decessi, uno nel sottoscala e un altro al piano nobile.
La morte nello scantinato dell'edificio era stata davvero raccapricciante. Un barbone di mezz'età era stato ucciso a martellate da un suo compagno di strada per il possesso di mezza fetta di mortadella trovata nei rifiuti. Non è importante ricordare il nome del vagabondo, orfano, e senza famiglia anche nella vita adulta. L'uomo aveva alle spalle un'intera vita di stenti, passata nelle carceri e nelle parti più sordide della città.
Non un attimo di gioia, non un momento a contemplare le bellezze del creato!
Da un tipo così non c'era da aspettarsi niente di buono. E, difatti, quando il barbone si trovò al cospetto dell'Onnipotente per il giudizio finale, non ne cantò le lodi. Anzi, cominciò ad inveire contro il Supremo Giudice e Creatore, responsabile, a suo dire, della sua vita di stenti.
Gli angeli presenti, superata la sorpresa per un atto tanto inusitato e sconvolgente, buttarono quello che protestava nell'inferno.
Il secondo defunto era di tutt'altra pasta. Un gran signore vissuto sempre negli agi. Gerardo Bottiglieri della Palma, nato in una nobile e ricca famiglia, fattosi adulto aveva investito con gran profitto le sue sostanze nell'arte cinematografica. Il mestiere di produttore gli aveva permesso di essere sempre attorniato dalle donne più belle e di viaggiare in lungo ed in largo per il mondo.
Ferventemente religioso, il produttore ringraziava il Padreterno di aver fatto tante cose incantevoli sulla terra delle quali aveva intensamente goduto e, soprattutto, di aver creato la donna, che tante soddisfazioni gli aveva dato.
Il nobiluomo se ne era andato serenamente, ad ottantacinque anni, nel sonno, tra le braccia di una giovane delle isole Figi, protagonista del suo ultimo film.
Gli angeli di guardia, guardinghi per la spiacevole esperienza di poco prima, si irrigidirono quando il produttore defunto si fece incontro a Dio. Presto, però, le creature celesti allentarono la loro tensione.
Il Bottiglieri, infatti, sorrise calorosamente a Dio, gli baciò la mano e disse: "Onnipotente, permetta innanzitutto che la chiami Maestro, anche per via degli effetti speciali. E, poi, complimenti per il Creato!"