Via Poerio nei pressi di Piazza Garibaldi, e, quindi, della stazione ferroviaria
da "Il Contastorie"
Chi dalla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi si deve recare al palazzo di Giustizia di Castelcapuano, deve passare per via Poerio. Sotto al numero civico 54/D sostava nel 1949 ogni mattina Emanuele Perfetti. Sostava è termine improprio perché dà l'idea di ozio. Invece, Emanuele lavorava, con l'aiuto di suo moglie, che, all'appartamento al primo piano, passava tutta la mattinata a scopare il balcone.
Non appena il Perfetti individuava un soggetto nuovo, dall'aspetto facoltoso, spaesato, che, sicuramente, per la prima volta se ne era venuto a sbrigare qualche faccenda in tribunale, faceva un cenno alla moglie Carmela.
Carmela si affrettava a rovesciare addosso al malcapitato, armeggiando come una forsennata con la scopa, polvere, terriccio e foglie.
Emanuele interveniva prontamente. Mentre redarguiva la signora al primo piano, si affrettava a pulire alla meglio il provinciale. Gli dava grosse manate dappertutto, che facevano uscire nugoli di polvere. Il disgraziato, immancabilmente, starnutiva e tossiva.
Quando lo aveva ripulito alla meglio, Emanuele Perfetti con tono imperioso gridava: "Ora esigo che quella scostumata al primo piano vi risarcisca. Signo' calate un caffè con il paniere a questo poveretto."
La spazzatrice non se lo faceva ripetere due volte. Calava subito un cesto di vimini che, all'andata, portava una tazza di caffè, e, al ritorno, in risalita, una tazza vuota e un portafogli pieno che aveva ancora un certo inconfondibile odore di provincia.