Largo Corigliano
Palazzo detto Di Carta
da "Il Contastorie"
Il palazzo di largo Corigliano, ormai malridotto e sfregiato da parziali rifacimenti, era chiamato di carta o di cartone. Con quel nome si voleva sottintendere la fragilità dell'edificio. Cosa non veritiera, perché resistette per più di cinquecento anni a terremoti e disastri.
In quella che, anticamente, era una residenza di campagna, si agitarono passioni e si consumarono delitti.
Il viale di ingresso era delimitato ai due lati da muri sui quali, a distanza regolare, erano infissi degli anelli di ferro. Ad essi venivano legati i cavalli dei nobili abitanti e visitatori della dimora.
Il terzo anello a sinistra è mancante. E' questo il punto fondamentale della storia.
Più di quattrocento anni fa, la nobile e bella signora del palazzo di carta soffriva di caldane. L'altrettanto nobile consorte, principe P., era la persona meno adatta a buttare acqua sul fuoco. Inoltre, era spesso assente per partecipare a battute di caccia.
Il barone C. si sostituiva, e neanche tanto segretamente, alle incombenze del principe, con grande soddisfazione della principessa.
Un giorno, fischiettando per le gioia che gli avrebbe di lì a poco donato la sua amante, il barone legò per l'ennesima volta il cavallo al terzo anello a sinistra. Non si accorse che il muro intorno al ferro era sbrecciato e non costituiva più un solido appiglio per l'anello.
Qualche notizia era arrivata fino al principe, che si presentò a palazzo proprio mentre il barone, sbrigate le sue faccende d'amore, usciva dal portone.
Fu un attimo. Il barone valutò che, se si fosse affrettato a raggiungere la sua cavalcatura, avrebbe potuto sfuggire alla furia del marito offeso. Corse verso il cavallo, ma non trovò né esso, né il terzo anello a sinistra. Per gli strattoni della bestia, l'intonaco aveva ceduto del tutto e l'anello era completamente uscito dal muro.
Il cavallo, ormai libero, se ne era andato per i fatti suoi, trascinandosi l'anello.
Il barone, addossato al muro, abbozzò una timida difesa, poi si rese contò di non essere all'altezza del suo avversario, e si lasciò colpire a morte dal principe. Prima di spirare ebbe la forza di dire: "Per favore, andate meno a caccia e curate di più la manutenzione del vostro palazzo."