Ospedale dei Pellegrini
Reparto Geriatrico
da "Il Contastorie"
L'infermiere Santo Carrozza era apprezzato dai familiari dei degenti, e portato in palma di mano dai suoi superiori. Il brav'uomo non si limitava ai doveri che il suo lavoro gli imponeva.
Andava al di là, molto al di là dei suoi compiti. Si tratteneva in ospedale oltre l'orario di lavoro, per dare anche conforto spirituale. Si fermava al capezzale dei più gravi, dopo aver loro somministrato eccitanti. Poi, mentre armeggiava riparando registratori, altra sua grande passione, parlava e parlava, per distogliere gli ammalati dal pensiero della morte imminente. I malati, però, spesso non capivano lo spirito di servizio del buon Santo e si incazzavano.
Carrozza aveva un modo tutto suo, fatto di domande inconcludenti, per far diventare reattivi gli afflitti , e tirare in qualche modo su il loro morale.
"Dove stai?"
"Ma che domande sono queste! Sono qui in questo letto, tra queste lenzuola sporche di merda, stronzo!" Era la flebile, ma sentita risposta.
"Tra poco me ne andrò via e andrò al ristorante Paradiso, mi farò una cena con i fiocchi."
"Disgraziato, e vieni a parlare di ristorante Paradiso proprio a me che sto lasciando questo mondo. Infame!"
"Ah! Avrei piacere di avere cinque milioni! Me li date."
"Morente sì, coglione no. 'Mi date cinque milioni?' Ma che domanda è questa!"
"Li chiederò ai tuoi parenti."
"Schifo i miei parenti" replicava il vecchio con l'amore che hanno gli anziani per il prossimo, a cominciare da quello più vicino.
"Ma perché dici così. Se ti hanno portato anche in Carrozza... Sono stati così buoni con te."
"Carrozza? Ma che cazzo dice questo? Buoni con me? Se non aspettano altro che mandarmi all'Inferno..."
"A proposito, i tuoi parenti dicono che non hai più nome."
"Disgraziati! Mi chiamo Clemente Varrone. Ah, mi sento male, mi sento male... Devo ringraziare te di questo."
Alla dipartita dell'uomo o della donna, che aveva così amorevolmente assistito, l'infermiere avvicinava i familiari del defunto e faceva capire di essere in grado di mettersi in contatto con la cara anima.
Sì, era anche un medium.
Non sempre, ma capitava spesso che i parenti accettassero di partecipare alle sedute spiritiche.
Immancabilmente, dopo che Carrozza era entrato in trance, una voce dall'oltretomba, a tratti incazzata, che era proprio quella del morto, diceva: "Mi chiamo Clemente Varrone."
"Dove sei, anima bella?" chiedeva Carrozza.
"Sono in Paradiso. Devo ringraziare Carrozza di questo. Date cinque milioni a Carrozza."
L'infermiere era sì bravo nel suo lavoro, ma era ancora più abile come tecnico elettronico.
Dopo aver registrato le voci dei morenti, tagliava e cuciva il nastro fino ad ottenere la dichiarazione da far sentire, a mezzo di altoparlanti nascosti, ai parenti del defunto caduti non in trance, ma in una truffa.