Vomero
Museo della Certosa di San Martino
da "Il Contastorie"
I due bambini del popoloso quartiere di Secondigliano ritennero che la loro morte non fosse stata una cosa giusta. Protestarono molto vivacemente con l'Angelo.
"Che colpa avevamo? Ce ne stavamo per i fatti nostri a giocare, quando ci siamo trovati coinvolti nella sparatoria tra due bande rivali. Morire assassinati alla nostra età è più di un delitto."
L'opinione pubblica era rimasta sconvolta da quel feroce fatto di cronaca. Quelle due anime innocenti, finire così...
Cosa avevano avuto dalla vita quei due scugnizzi? Genitori che entravano e uscivano di galera, stenti, privazioni, l'abbandono della scuola per un precario lavoro di garzone di fruttivendolo, il pericoloso gioco in strada.
Lassù ebbero le loro noie. Non tanto per le proteste dei piccoli Carmine e Gaetano, ma per l'indignazione della pubblica opinione. Anche lassù quest'ultima è molto temuta.
Ma indietro non si poteva tornare. In Paradiso chiesero agli scugnizzi quale fosse il loro più grande desiderio. Qualunque fosse stato, sarebbe stato esaudito.
"A noi piace il presepe."
"Volete un grande presepe tutto per voi?"
"No, vogliamo viverci dentro."
Carmine e Gaetano furono accompagnati nel grandissimo presepe del museo di San Martino.
Di giorno dovevano rimanere immobili ad impersonare due angioletti volanti.
Come si poteva chiedere a due ragazzi con l'argento vivo addosso di fare le statuine? Ma i due avevano risolto il problema. Di giorno se ne stavano a dormire in una grotta posta in un angolo poco illuminato.
Vedete, per chi è una figurina di un presepe il giorno è un mortorio. Bisogna stare immobili e fare bella figura con i visitatori. Ma di notte è una pacchia. Tutto si anima e prende vita.
Carmine e Gaetano roteavano gli occhi e si guardavano velocemente intorno: Dovevano scegliere la monelleria da fare o il soggetto da prendere in giro. Non potete immaginare cosa siano in grado di combinare due ragazzi di strada dentro un presepe.
Ecco i nostri amici fare il verso alla banda che marcia verso la sacra grotta o rubare salsicce all'ostessa, o far perdere la pazienza al portatore di doni.
San Giuseppe era infuriato: "Ho sorpreso quei due fetentelli a raccontare una barzelletta sporca ad un angelo con la tromba. Prima del loro arrivo questo era un presepe serio. Chi dobbiamo ringraziare?"
Un colpo di tosse dell'augusto bimbo mise in imbarazzo Giuseppe. "È opera tua. Scusami, scusami."
Così Carmine e Gaetano avevano licenza di fare quello che loro più aggradava. Non si impegnarono come lavavetri solo perché lì, fortunatamente, non c'erano automobili. Ebbero, però, la faccia tosta di vendere fazzolettini e sigarette ai pastori.
Molte figurine presero il vizio del fumo, e non riuscivano a nascondere colpi di tosse da bronchite cronica, neanche durante gli spettacoli diurni.
Ma al peggio non c'è mai fine. Non parliamo, ovviamente, di quando la coppia dagli occhi vivaci tentò di vendere pannolini Lines a Maria, ma di quando, invece, Carmine e Gaetano offrirono gli stessi pannolini usati e santamente profumati ai Re Magi.