Quartiere Piscinola

da "Il Contastorie"


La famiglia Bisogni, padre, madre e tredici figli, dopo anni passati in un lurido basso del quartiere Montecalvario, aveva finalmente avuto in assegnazione una casa ultrapopolare nel quartiere Piscinola.

Era stato ovviamente un bene, ma fino ad un certo punto. Vivendo nel centro storico di Napoli, il capofamiglia, disoccupato dalla nascita, riusciva ad inventarsi ogni giorno qualcosa di diverso,per raggranellare un po' di soldi per sfamare la famiglia. Ma lì, a Piscinola, nell'estrema periferia, Giovanni Bisogni non aveva punti di riferimento per la quotidiana lotta per la vita.


Era la settimana di Pasqua. Da giorni non si mangiava. Per antica devozione, Giovanni non aveva mai mischiato, nei suoi traffici, il sacro con il profano. Ma le necessità erano tante, e dovette passare all'azione. "Il Signore, conoscendo le mie condizioni, mi perdonerà" si disse.

Dopo essersi assolto, passò all'azione. In una chiesa di Marianella spogliò una statua della Madonna. Avrebbe voluto rubare l'intera sacra effigie, ma la faccenda si rivelò alquanto complicata. In una parrocchia di Miano sgraffignò paramenti sacri da far indossare ad un celebrante e a tredici chierichetti dai venticinque ai sette anni.

Annunziata Bisogni mise le vesti della Madonna Addolorata. Dati gli stenti e le privazioni, la parte le riusciva proprio bene. Giovanni si assicurò che non muovesse muscolo per ore e ore. 

La cosa si rivelò più facile del previsto, in quanto Annunziata, abituata a lunghissimi digiuni, aveva una certa familiarità con il letargo ed il rigore cadaverico.

La processione ebbe finalmente inizio. Annunziata, nelle sacre vesti, venne issata su una pedana, trasportata a braccia dai figli più grandi. Giovanni Bisogni faceva il prete. Era circondato dai figli più piccoli, nel ruolo di chierichetti.

L'improvvisa ed inattesa processione ebbe subito un grandissimo successo. Una grande folla si unì ad essa, strada dopo strada.

Uno dei figli piccoli incitava la gente: "Fate le vostre generose offerte, altrimenti, la Madonna, che già sta incazzata, si mette pure a piangere." I devoti fedeli obbedivano ed aggiungevano con gli spilli banconote vere alle fotocopie a colori di diecimila lire, che Giovanni aveva messo sulle sacri vesti, per incitare la folla devota.

La processione stava andando benissimo, le offerte erano cospicue. Il falso parroco aveva detto a se stesso: "Altri cento metri e smettiamo". Ma accadde l'imprevisto. Il diavolo ci mise la coda, infatti, e mandò in galera il sacerdote, la statua sacra e i chierichetti maggiorenni.

Successe che, proprio alla fine della quasi santa manifestazione, apparvero i carabinieri della locale stazione. Il maresciallo diede l'esempio ai suoi sottoposti, e scattò in un perfetto saluto militare. Il graduato diede ordine che non si perdesse d'occhio la statua e i soldi di cui era ormai tappezzata. Il militare sapeva che la zona era piena di lestofanti.

In quella fece la sua apparizione una troupe della televisione tedesca, in giro nella periferia di Napoli per ritrarre sconosciuti momenti di manifestazioni popolari della settimana santa.

Annunziata aveva un grande rispetto per la televisione. Fu quello che perse lei e i suoi cari. Per un istante dimenticò chi era e, soprattutto, non si rese conto che era guardata a vista dai carabinieri. Senza pensarci, animò la mano, che fino ad allora era stata staticamente benedicente, e si mise a fare ciao ciao guardando nell'obiettivo della telecamera.