Essere 'na mosca janca
(Essere una persona rara, eccezionale.)
da "Il Contastorie"
Bartolomeo Cappabianca si svegliò una mattina, e si accorse di non esistere più. Almeno, così gli sembrò ad una prima superficiale osservazione. Poi capì che era diventato invisibile.
Andò dalla madre in cucina. Gli ci volle più di mezz'ora per far capire alla donna quello che era successo.
Sentendo, infatti, solo la voce e, non vedendo il corpo, la buona signora si era al principio convinta di essere in presenza della buonanima benedetta di zio Matteo. Il presunto spirito fu, anzi, sottoposto ad un'autentica violenza morale. La donna gli voleva estorcere, a tutti i costi, tre numeri da giocare al lotto.
Finalmente capì: "Bartolome', bello di mamma tua, sei diventato invisibile. E io che stavo così in pensiero... si sentono certe cose al giorno d'oggi... Fatti vedere. Sì, ti giova. Certo, tu non sei mai stato bello..."
Subito dopo, la buona e saggia madre corse al botteghino del lotto. Si giocò 50 (il figlio), 44 (la scomparsa) e 72 (la meraviglia).
Bartolomeo si era rinfrancato. Le parole della genitrice gli avevano dato coraggio. Si era detto:
"Una buona madre può anche non vedere il figlio, ma vede sempre quale è il suo bene."
Cappabianca cominciò a pensare ai lati positivi del suo nuovo stato. "Più tardi andrò in banca e prenderò tutti i soldi che mi servono." Poi, giudiziosamente pensò: "E che me ne faccio dei soldi? Andrò direttamente nei negozi a prendere le cose di cui ho bisogno."
Bartolomeo era sempre stato molto sfortunato con le donne. Sorrise. Ora era qualcuno. Era scoccata l'ora della sua rivincita. "Entro in una casa di una bella ragazza, mi infilo nel suo letto e faccio il comodo mio."
Il cuore gli batteva forte. Aveva deciso di iniziare la sua carriera di uomo invisibile proprio dalle donne. Si precipitò al secondo piano, dove abitava la bellissima signora Susanna. Provò ad attraversare la porta, ma non ci riuscì. "Non è nei miei poteri" si disse.
Non gli restava altro da fare che bussare.
Susanna era molto prudente. Prima di aprire guardava sempre nello spioncino. Naturalmente, non vide nessuno. Il campanello continuò a suonare per un bel po', perché Bartolomeo non si arrese. Susanna guardava, non vedeva e non apriva. Alla fine, si scocciò: "Ma chi diamine bussa?"
"Signora, sono io, l'uomo invisibile."
Al che Susanna rispose: "E io sono la donna invisibile."
Non si trattava di uno scherzo. Bartolomeo lo potette constatare. Susanna aprì la porta, e l'uomo invisibile si rese conto che in quella casa si sentiva una voce femminile, ma non si vedeva nessuna donna.
Cappabianca se ne andò con la coda tra le gambe. Pensò di fare un giretto per la città. La strada era completamente solitaria. Arrivò un autobus. Bartolomeo odiava i mezzi di trasporto pubblici affollati, ma quello era vuoto.
Ma che vuoto e vuoto! Là dentro c'era una folla pazzesca di uomini e donne, tutti completamente invisibili. Cercavano un perché a quella che ora assumeva i contorni di una vera e propria epidemia.
"Sono le schifezze che mangiamo."
"Ci sono troppe onde radio. Televisioni, telefonini e chi più ne ha più ne metta."
"E' il buco dell'ozono."
"Sono state le bombe atomiche."
"E' perché l'umanità fa completamente schifo" concluse con tono mistico una signora.
Bartolomeo scese all'angolo del Museo Nazionale. In giro non c'era proprio nessuno. Un tizio disse che non si vedevano più neanche le statue antiche.
La voce di un ambulante propagandava una crema miracolosa, che era in grado di far ritornare le persone visibili in quindici giorni.
I negozianti, pure loro trasparenti, avevano nascosto le merci. Avevano fatto lo stesso pensiero di Bartolomeo. Le banche, neanche a dirlo, avevano chiuso gli sportelli per motivi di ordine pubblico.
Davanti al cinema a luci rosse Argo, sentì una voce accorata: "E ora, come cazzo li faranno i film pornografici?"
Bartolomeo assistette a più di un incidente. Gente che veniva investita da autobus o da macchine. Per prudenza, Cappabianca tornò a casa.
Era in preda allo sconforto. Accese la televisione. Un giornalista inesistente (lo si riconosceva perché c'era un microfono che fluttuava nell'aria) intervistava un monaco, pure esso rigorosamente non individuabile.
L'uomo di chiesa aveva una spiegazione per quel fenomeno che aveva sconvolto tutto il mondo: "Abbiamo ignorato il valore della presenza degli altri. Ci siamo chiusi nel nostro guscio egoistico. A cosa serviva la nostra visibilità dal momento che avevamo chiuso le porte dell'anima ai nostri fratelli? Perciò siamo diventati invisibili."
Il telegiornale trasmise un servizio su violenti disordini a Calcutta. Non si vedeva nessuno, solo pietre che volavano, cose che si fracassavano e lacrimogeni che scoppiavano.
Un altro servizio dava conto dell'incontro degli invisibili presidenti francese e tedesco. "La vedo in ottima forma" diceva quello francese al collega d'oltrefrontiera.
"A che livelli schifosi arriva la diplomazia!" pensò Bartolomeo.
Cambiò canale. Trasmettevano una partita di calcio. Niente di eccezionale. Un pallone che rotolava e un telecronista che si inventava azioni che non vedeva neanche lui.
Tornò la mamma. Aveva giocato i biglietti del lotto. Ce ne era voluto, ma era diventata invisibile pure lei.
Alla televisione dicevano che tutti i ricchi della terra stavano correndo in Svizzera. Un chirurgo plastico di quel paese aveva messo a punto un intervento che faceva ritornare visibili.
Tra poco, essere invisibili sarebbe stata solo una cosa da miserabili.
Bartolomeo sospirò, dopo aver sentito le ultime notizie. Guardò la madre negli occhi, come sanno fare, anche in circostanze così difficili, solo un figlio e chi gli ha dato la vita.
Alla fine il giovane confessò: "Ho capito perché è successo questo patatrac a livello mondiale.
Ma quale buco dell'ozono, peccati dell'umanità, bombe atomiche e aria che si è fatta cattiva!
Io dovevo essere finalmente qualcuno, perciò ero diventato invisibile. Poi, come al solito, hanno deciso di fottermi, e tutti sono diventati come me."