Angelo
da "Il messia meccanico"
Apparteneva alla schiera degli angeli sventati. Quelli che si comportano come ragazzoni, che amano i giochi, specialmente quelli pericolosi.
L'Angelo saltava sui fili dell’elettricità. Li usava come molle per arrivare più in alto. Alla fine, i fili si spezzarono. L'Angelo precipitò come un sasso nel giardino di un'anziana donna cieca, Wanda.
La vecchietta aveva al mondo solo lontani parenti. Essi aspettavano la sua morte per impossessarsi delle sue povere cose. Di darle un po' di assistenza, neanche a pensarci. La cieca si era isolata dal mondo. Un po' per la sua infermità, ma, soprattutto, perché non le piaceva quel tono canzonatorio, aperto o nascosto, e la sopportazione, più o meno manifesta, con i quali vengono trattati i vecchi.
Wanda passava il suo tempo ad accudire gli uccelli. Li ospitava in una grande voliera nel suo giardino.
Stava andando a dar da mangiare ai suoi amici, quando inciampò nell'Angelo svenuto. La vecchietta, per un pelo, non era caduta. Si inginocchiò a fatica. Tastò con le mani per capire cosa le aveva impedito il cammino. Toccò delle piume. Era un uccello, si disse. Ad un esame più accurato, si accorse che un'ala era spezzata.
“Povera creatura! Non aver paura. Ti curerò per benino con un unguento portentoso.”
Fece per portare dentro quello che riteneva un comune volatile. Non ci riuscì. “Quanto pesi, figlio mio!”
Dopo altri vani tentativi, si risolse a curare il piumato là dove era.
In pochi giorni la pomata fece l'effetto annunciato.
L'Angelo era rinvenuto, l'ala era guarita, ma l'essere celeste non si risolveva a lasciare la vecchina. Era stata tanto gentile...
Un giorno, Wanda disse: “Oggi mi sento in forze, amico mio. Ormai sei guarito. Proverò a metterti nella voliera. Sarai al sicuro e non avrai più brutte avventure.”
L'Angelo si fece leggerissimo come un cardellino. Wanda riuscì agevolmente a portarlo nella voliera.
“Come sei dimagrito... Per farti rimettere, ti preparerò buoni pranzetti rinforzanti.”
Da quel giorno, l'Angelo se ne stette buono buono nella grande gabbia, aspettando i buoni manicaretti della vecchina. Divenne amico degli uccelli e, sentendosi un fratello maggiore, diede loro molti preziosi consigli.
Da tempo Wanda non appariva. L'Angelo cominciò a preoccuparsi. Si decise, alla fine. Aprì la voliera. La porticina era aperta. La cieca non costringeva nessuno a stare con lei.
L'essere alato si precipitò in casa.
L'anziana era a letto, molto ammalata e senza assistenza.
“Chi è in casa mia?” chiese la cieca.
“Sono Angelo” rispose semplicemente l'interpellato.
“Angelo... Angelo... devi essere sicuramente il figlio della cugina Liliana.”
L'altro biascicò un sì.
L'Angelo si prese cura di Wanda. Rigovernò la casa, le diede le medicine, preparò per lei buoni pranzetti rinforzanti.
Le stringeva a lungo le mani nelle sue, per riscaldarle il cuore.
Quando morì, la vecchina cominciò a percorrere le vie del cielo con un valido passaporto: una lunga piuma bianca.