I katazari - Una ricerca
da "Il messia meccanico"
Katazari - Ricerca sul nome
Il nome "Katazari" non dice praticamente niente a nessuno.
Forse pochi hanno sentito parlare dei kazari e dei catari. Questi ultimi sono popoli o gruppi da tempo scomparsi dalla faccia della terra. Sia i kazari che i catari fecero una brutta fine: persecuzioni, massacri ecc. ecc.
I katazari, che, per somma sfortuna, riuniscono nel nome sia quello dei catari che quello dei kazari, oltre i massacri e le persecuzioni hanno dovuto subire un altro affronto: la totale dimenticanza.
Nessuno sa più cosa sia un katazaro, non c'è più un katazaro che glielo possa dire.
I katazari hanno fatto una gran brutta fine.
Chi è impaziente può andarsi a leggere il capitolo "Fine", che, naturalmente, è alla fine di questa ricerca.
Storia - Le origini katazare
(una faccenda praticamente religiosa)
La creazione, per i katazari, era stata una questione di cooperazione tra gli dei. Il Dio delle montagne aveva fatto le montagne a propria immagine e somiglianza, il Dio dei leoni, i leoni a propria immagine e somiglianza, il Dio delle querce le querce a propria immagine e somiglianza... La questione potrebbe andare avanti per ore. Basti solo dire che ogni Dio creò cose o esseri viventi a propria immagine e somiglianza.
Per gli uomini, secondo la teologia katazara, le cose erano meno lineari. Non perché gli uomini fossero superiori agli animali ed alle cose del creato, ma semplicemente perché gli uomini sono sempre maledettamente più complicati.
Il Dio che creò gli uomini, lo fece per gioco.
Quale secondo fine volete che avesse? Ma vi pare che si proponesse di soddisfare un'utilità pratica? Solo il gioco può essere stata la causa della creazione. Il motivo non poteva esser serio. Un vero artigiano, un vero artista crea solo per il piacere di farlo.
Il Dio che creò gli uomini li fece a sua somiglianza. Li fece disinteressati, buoni, che non avessero secondi fini, che agissero giocando.
E, essendo il Dio dei delfini, creò i delfini. Un maschio e una femmina: Delfino e Delfina.
Si divertiva molto a guardarli giocare.
Delfina vide, un giorno, dei fiori bellissimi che crescevano in una foresta vicino al mare.
“Delfino” disse al suo compagno “non mi hai mai regalato un fiore.”
Delfino rispose: “Ma come faccio? Non ho i mezzi.”
Delfina non parlò più dei fiori, ma, poiché era molto cocciuta, pensò intensamente che in qualche modo quel problema dovesse essere risolto.
Delfina e Delfino ebbero un figlio: Katazaro. Non somigliava alla madre ed al padre, ma aveva un aspetto che oggi si potrebbe definire "umano". Infatti, era fatto in modo da poter camminare sulla terra e raccogliere fiori.
Delfino e Delfina non corsero più per i mari del mondo ma si fermarono vicino ad un tratto di costa, per stare vicino a quel figlio che era più terrestre che acquatico. Ogni mattina, Katazaro scendeva in acqua per portare fiori a sua madre e per ricevere l'educazione, che secondo gli insegnamenti del Dio, era un'educazione al gioco, di sublime inutilità.
(Riassunto alla meglio da un'antica leggenda katazara)
Storia - Il prosieguo
(una faccenda "quasi" praticamente sportiva)
Il fatto di credere di discendere dai delfini non creava alcun problema ai katazari. I problemi, semmai, se li creavano gli altri, che katazari non erano.
I katazari pensavano che tutti gli uomini, katazari o no, provenissero dai delfini e che, quindi, fossero destinati al gioco. I non katazari trovavano tutto ciò inaccettabile, e facevano un certo ragionamento: se i katazari mettevano in giro queste idee era perché si sentivano superiori agli altri. Quindi erano degli esseri inferiori. Non rifiutavano, inoltre, tutto ciò che di serio c'è a questo mondo, e non giocavano come bambini?
Avete presente certi incontri di calcio che si disputano di tanto in tanto, tipo Inghilterra - Resto del Mondo o Brasile - Resto del Mondo?
Così andò a finire con i katazari. Loro malgrado, finirono per trovarsi soli. Da una parte loro e dall'altra il Resto del Mondo.
Solo che la faccenda non era poi tanto sportiva, come può sembrare, perché non si trattava di un incontro leale (vedi Pregiudizi contro i katazari, Traumatologia katazara, Fine dei katazari).
Filosofia katazara
(come la pensano i katazari)
A volte uso parole di cui non conosco il significato. Non ho mai capito cosa significhi la parola "filosofia". Qualcuno mi ha suggerito “come uno la pensa”. Perciò ho aggiunto, dopo “filosofia katazara”, “come la pensavano i katazari”.
Ebbene, i katazari la pensavano all'incontrario. Per loro tutto ciò che per il resto del mondo era utile (ambizione, volontà di potenza e sopraffazione, guerra, ecc.) per loro era inutile.
Economia katazara
L'economia può essere spiegata con poche parole. È fatta di tagli e di aumenti. Tagli dei posti di lavoro e degli stipendi ed aumenti delle tasse e dei prezzi.
Ma qui non è che abbia proprio molta voglia di parlare di economia in senso così scientifico. In realtà vorrei parlare di cosa facevano i katazari per vivere.
Anche qui agivano all'incontrario (vedi Filosofia katazara). Le persone normali hanno un lavoro serio (medico, insegnante, spazzino, minatore ecc.) che è il fondamento della loro vita e, poi, nei ritagli di tempo, hanno degli hobbies. I katazari, invece, avevano degli hobbies come lavori fondamentali e, nei ritagli di tempo, avevano per hobbies dei lavori seri (medico, fruttivendolo, operaio ecc.).
Seguendo questi comportamenti, i katazari finirono per diventare eccellenti artisti (saltimbanchi, giocolieri, attori comici o tragici, poeti, pittori di marciapiedi, mangiatori di fuoco e così via) e con il cavarsela abbastanza bene come contadini, artigiani, operai e professionisti.
Produzione katazara, agricola e industriale
Sanità katazara
Trasporti katazari
Prendiamo quella che era una giornata tipica katazara e vediamo quale era la produzione di alcuni lavoratori.
Agricoltura
Oggi Mamma Cenza ha scritto dieci poesie. Nei momenti liberi ha raccolto 5 chili di patate, 4 cavolfiori, 5 lattughe e 10 uova dal pollaio. Ha munto la mucca, ma il secchio si è rovesciato a terra. Perciò oggi l'intera produzione di latte è andata perduta.
Industria
Cumpà Junno ha composto musica da ballo. Nei momenti d'ozio ha costruito 5 sedie.
Sanità
Giallonardo ha disegnato, con i gessetti colorati, su un marciapiede, un dragone molto bello. Nei ritagli di tempo ha eseguito un'operazione di appendicite molto ben riuscita.
Trasporti
Cola si è esibito per i bambini sui trampoli e, poi, ha organizzato un teatro delle marionette. Nei momenti di libertà ha trasportato in città cinque botti di vino.
Geografia katazara
È inutile fare ricerche anche sul migliore atlante storico. Non troverete mai un paese chiamato Katazaria, in nessuna epoca storica. I katazari non ebbero mai un loro territorio. Vissero sempre in mezzo agli altri. Forse, "in mezzo" non è l'espressione giusta. Essi furono sempre costretti a vivere fuori città, nelle periferie, al di là delle mura. Gli altri, il Resto del mondo, non li volevano vicino. Per gli altri, infatti, i katazari puzzavano di pesce (vedi Pregiudizi contro i katazari).
I katazari erano costretti a vivere in tende, perché gli altri non volevano che avessero case in muratura.
Perciò i nostri amici soffrivano molto di raffreddore.
Quando un bambino (non katazaro) tirava su con il naso, la mamma (non katazara) gli diceva spazientita: “E soffiati il naso, sembri un katazaro.”
Gastronomia katazara
(cosa mangiavano i katazari)
I katazari non mangiavano carne. I padri dei padri dei padri avevano stabilito così. Essi avevano proibito di consumare per il pasto tutto ciò che fosse capace, prima di essere messo in pentola, di gridare, parlare, emettere suoni, lamentarsi o protestare.
Quindi, i katazari, in teoria, potevano mangiare solo frutta, verdura, ortaggi e, con qualche audacia, latte e formaggi. Ma i padri non vollero correre rischi.
Si sa, le cose migliorano. E se i cavolfiori si fossero messi a parlare?
Perciò fu stabilito che un katazaro anziano e saggio, l'osservatore alle grida, vivesse in un orto per scoprire se le nuove generazioni vegetali avessero acquistato il dono della parola.
Con grande prudenza fu anche stabilito che l'osservatore alle grida dovesse essere completamente sordo.
Bandiera katazara
La bandiera katazara teme l'umidità. Assorbe molta acqua. Non è consigliabile esporla al vento nelle giornate umide o, peggio, piovose. Si inzupperebbe d'acqua e si attaccherebbe all'asta.
Sulla bandiera sono ricamati in oro: un fiore, un delfino e delle linee ondulate che rappresentano il mare. C'è anche una scritta, in lettere maiuscole: PER IL VISO.
La bandiera katazara ha una storia, ovviamente. Si deve andare molto indietro, al tempo di Torniello, uno dei più grandi artisti di strada. Era insuperabile nel suonare il pettine, nel camminare sui trampoli e nel disegnare con gessetti colorati sui marciapiedi. Torniello lavorò a lungo nelle terre di un principe, che apprezzava le sue doti di artista. Perciò il principe si dispiacque molto quando Torniello scomparve. Torniello era andato a cercar moglie.
Grande fu la gioia del principe quando seppe del ritorno di Torniello e della sua giovane moglie, Ciaccona. Il nobile volle andare a far visita a Torniello e signora, nella tenda montata al di là delle mura della città. Come era nella legge di quel paese e di tutti gli altri del mondo, i katazari non potevano, infatti, abitare vicino a quelli che katazari non erano.
Il principe fu molto gentile con Ciaccona e fu contento di sapere che la donna scriveva poesie, dipingeva e ricamava.
Per festeggiare degnamente il recente matrimonio, il principe concesse che, in segno di gioia, sulla tenda potesse sventolare la bandiera katazara.
Torniello e Ciaccona si guardarono sorpresi: i katazari non avevano bandiera. La donna ebbe un'idea e cominciò a rovistare nella cassa della sua biancheria. Scartò vestiti, vestaglie, gonne, camicette, reggiseni, mutande. Arrivata al fondo della cassa, ormai scoraggiata, si trovò tra le mani un rettangolo di cotone con le frange. Fu un attimo, guardò il marito e scambiò con lui un cenno d'intesa. Come bandiera, l'asciugamano per la faccia sarebbe andata benissimo.
Monumenti katazari
Non esistono più. Sono stati tutti distrutti, ad opera di non katazari, per ragioni molto precise che hanno a che fare con il patriottismo dei non katazari.
I katazari costruivano un unico tipo di monumento. Essendo gente molto pacifica, mai impelagata in cose di guerra, si vantava, e giustamente, che nessuno, mai, era morto in battaglia per mano di un katazaro. Perciò costruivano, usando marmi e statue bellissimi, i monumenti ai non caduti. Molto spesso in queste raffigurazioni c'era la riproduzione di un soldato (non katazaro) caduto e, vicino, un katazaro di marmo che faceva chiaramente intendere, a gesti: “Non sono stato io. Di solito non faccio queste cose. Chiedetelo ad un altro. Io non c'entro.”
Politica katazara
Non avendo mai avuto un territorio ed essendo molto seri (come succede a quelli che dedicano la propria vita al gioco), i katazari non si occupavano di politica. Per generazioni e generazioni essi non ebbero capi. Sapevano vivere insieme, badare alle necessità proprie e di tutti, rispettare se stessi e gli altri. Ma c'era il problema dei katazari meno fortunati, delle pecore nere, di quelli che non avevano inclinazione per l'arte e per il gioco. Fu solo per salvare tanti giovani dalla perdizione, dal vizio, dalla malvivenza, che i katazari crearono cariche politiche, i sindaci katazari.
Ogni anno si celebrava la festa del Materasso Grasso. I sindaci portavano in piazza il loro materasso, perché venisse sventrato. Dal materasso veniva, quindi, estratto tutto ciò che il sindaco aveva rubato nel corso dell'anno. I soldi venivano distribuiti di nuovo ai legittimi proprietari (i cittadini) tranne il dieci per cento che tornava ai sindaci per il disturbo e per il materasso rotto.
Pregiudizi contro i katazari
Ma vi pare che gente come i katazari, che la pensavano all'incontrario (vedi Filosofia katazara) che agivano all'incontrario (vedi Economia katazara), e che pretendevano di discendere dai delfini, la potessero passare liscia nei confronti del Resto del mondo?
Il Resto del mondo passa la sua vita a cercare negli altri differenze che non ci sono.
Figuriamoci cosa succede quando gli altri (come i katazari) dicono loro stessi di essere diversi.
Partendo dal fatto che i katazari sostenevano di discendere dai delfini, il Resto del mondo, confondendo delfini e pesci, diceva che i katazari puzzavano di pesce marcio.
Per smentire questa diceria, ogni anno i katazari celebravano una festa. Si chiamava "festa del katazaro che non è un pesce e non puzza in conseguenza."
Veniva sistemata in piazza un'enorme palla di vetro. Fatte le debite proporzioni, la palla era uguale a quelle che viene usata in casa per ospitare i pesci rossi. Dentro venivano messi sassolini e piante acquatiche finte. Nel momento più importante della festa, venivano calati nella sfera due o tre katazari travestiti da pesci rossi, che fingevano di nuotare e muovevano le labbra a cerchio. Venivano, poi, chiamati dei gatti.
La festa fu celebrata per centinaia di anni, ma mai, dico mai, un gatto, uno solo, entrò nella grande vasca di vetro o si fermò vicino ad essa.
I katazari dimostrarono migliaia di volte che non puzzavano come pesci, ma il Resto del mondo non volle mai accettare le prove schiaccianti offerte dalla "festa del katazaro che non è un pesce e non puzza in conseguenza".
Medicina katazara
I katazari seguivano una medicina naturale, molto naturale. Da qualche parte, in un museo, ci deve forse essere, ma non credo proprio, una farmacia katazara. Immaginiamo di guardare sugli scaffali. Vi sembra di essere da un fruttivendolo, perché vedete, appunto, solo dei frutti. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze. Infatti, gli artisti botanici e farmacisti katazari avevano lavorato molto bene. Avevano selezionato piante e fatto innesti fino ad arrivare a risultati sensazionali.
Prendete un’arancia - medicina katazara. Affondate le dita nella scorza e dividete il frutto in due parti. Controllate all'interno. C'è un foglietto ben piegato. Leggetelo.
"La sostanza contenuta in questo frutto, fatta direttamente dal buon Dio delle arance, è ottima per la cura del raffreddore, del ballo di San Vito, del ginocchio della lavandaia, del gomito del tennista. Non adatto per i bambini al di sotto dei 36 mesi. Attenzione: un uso prolungato può far venire la forfora."
Sì, gli artisti botanici e farmacisti (nel tempo libero) katazari avevano inventato i frutti con la prescrizione incorporata.
Traumatologia katazara
La traumatologia fa parte della medicina. Grosso modo ha a che fare con la riparazione delle ossa rotte, con la cura delle ferite, delle escoriazioni, degli occhi neri.
Ogni katazaro era esperto di traumatologia.
Le cose andavano in questo modo: abbiamo visto che i katazari erano buoni, tranquilli, gentili e sapevano fare molte cose che divertivano (ballare, cantare, suonare, recitare, creare in ogni arte). Per hobby erano anche discreti architetti, medici, ingegneri, operai, contadini, ecc. ecc.
Il Resto del mondo si divertiva, però si arrabbiava, anche...
Possibile che un katazaro, che puzzava di pesce marcio, sapesse fare tante belle cose?
Perciò ogni tanto il Resto del mondo, per dimenticare i propri problemi, organizzava delle cacce al katazaro che si concludevano in solenni bastonature (dei katazari). Così il Resto del mondo scaricava il nervosismo senza psicofarmaci ed i katazari diventavano sempre più esperti di traumatologia.
Fine (dei katazari)
Fra i non katazari venne diffuso un ignobile libretto pieno delle più smaccate falsità.
Il libretto, dal titolo "I segreti svelati della notte delle cento commedie katazare" fu diffuso in ogni angolo del mondo. Esso pretendeva di rivelare che il popolo dal puzzo di pesce marcio si preparava ad impossessarsi della Terra intera, per cambiare tutti gli uomini in buffoni e pagliacci.
L'odioso libretto annunciava che in una notte imminente, la notte delle cento commedie, i katazari più bravi avrebbero dato spettacolo nello stesso momento davanti ai governanti di tutti i paesi.
All'ora stabilita gli attori avrebbero ucciso presidenti, re, ministri, per prendere il potere, proclamare l'Unione universale della buffoneria e sconvolgere la civiltà.
Per il veleno propagandato dal libretto furono, invece, i katazari ad essere sterminati.
E non ne rimase più nessuno.