Microstoria universale dei gatti, specialmente neri, e delle bombe
da "Il messia meccanico"
Meou, il gatto nero, visse spensierato sulle rive del Nilo. Animale notturno. Scivolava nella notte, ombra tra le ombre. Gli era compagna la Luna. Illuminava il mondo quel poco che serviva ad un felino.
Meou fu adorato e venerato. Non fu un Dio, ma espressione, simbolo vivente delle qualità di un Dio. Fu sotto la protezione di una Dea, la grande Madre Iside, rappresentazione della Luna. Essa aveva un manto nero. Semplicemente nero come la notte, non nero demoniaco o terribile.
Meou ebbe l'onore di giocare con Horus, diletto figlio di Iside.
Vennero, però, tempi bui. Iside non venne più riconosciuta come essere soprannaturale. Privata delle sue superiori caratteristiche, venne fatta passare per un demone.
Fu fatto per scacciarla dal cuore dei devoti.
Anche Meou ebbe i suoi guai, solo per un manto, nero come la notte innocente.
Il buon Niger ebbe la sventura di nascere nel medioevo. I gatti, e specialmente quelli neri, ritenuti compari del diavolo, vennero messi a morte nei modi più terribili e crudeli.
Venivano preferiti i topi, che non avevano avuto frequentazioni divine. I roditori, premiati da cristiani zelanti e pii, si moltiplicarono. Diffusero terribili pestilenze. La popolazione d'Europa si ridusse ai minimi termini.
Mao-li lo disse chiaramente al cinese che inventò la polvere da sparo. "Il tuo ritrovato non porterà niente di buono.”
"Ma serve solo per fabbricare divertenti fuochi di artificio che portano gioia ed allegria" fu la risposta.
Mao-li non si convinse, specie quando il suo bel pelo nero lucido finì bruciacchiato per lo scoppio di un petardo. Da allora i gatti di ogni colore fuggono impazziti davanti anche allo spettacolo pirotecnico più bello di questo mondo.
Il gatto nero Blackie all’inizio guardò con curiosità i tentativi dei fratelli Wright di alzarsi nel cielo con un trabiccolo più pesante dell’aria. Poi avvertì gli scoppiettii del motore . Un pezzo di ferro si staccò dall’aereo e gli cascò quasi sulla testa. Se ne fuggì a gambe levate. Arrivato in un posto sicuro, disse a se stesso, pensando a Mao-li: “Quell’invenzione non porterà niente di buono.”
Infatti, da allora milioni di gatti neri e di altri gatti e di cani e di canarini e di pettirossi e di altri uccelli sono morti sotto i bombardamenti. Tutte vittime innocenti. Certo, sono morti anche milioni di uomini sotto le bombe. Non posso, però, accostare a “innocenti” le parole “uomini, donne e bambini”. Gli appartenenti al genere umano, per chi sgancia le bombe, non sono mai innocenti. Hanno, infatti, appoggiato un bieco dittatore e sono complici della sua politica. Non si rendono conto che la guerra contro di loro ha uno scopo umanitario. Hanno il torto di abitare su un mare sotterraneo di petrolio di cui gli attaccanti sono privi. Appartengono a uno “stato canaglia”. Hanno rifiutato di soggiacere alle sane mire espansionistiche e commerciali di altri popoli. Non credono nel vero Dio. Occupano uno spazio vitale per altri.
Le vittime innocenti, quindi, sono solo i gatti, e, tra essi, quelli neri e, poi, i cani, i canarini, i pettirossi, gli uccelli.
In loro onore, sventoliamo la bandiera della pace.
Eua, gatto nero di tre anni, fu sorpreso dal bombardamento atomico di Nagasaki. Non ebbe neanche il tempo di avere paura. Fu scisso dall’energia accecante in particelle minutissime. Esse, per una strana ragione si andarono a depositare su un rettangolo di stoffa, che, misteriosamente, rimase intatto. Quel sudario è diventata la bandiera, il simbolo di pace per gli innocenti. I gatti neri e gli altri gatti intonano una preghiera pensando a Eua: “La morte non cada più dal cielo.”
Osservate un gatto nero, quando incrocia uno che, per mestiere, sale su un aereo per sganciare bombe o lanciare missili. Colui che fu il prediletto di Iside cambia direzione, pronuncia scongiuri e formule magiche, si struscia contro potenti amuleti. Questa sì che è sana superstizione!