Il mare
da "Il messia meccanico"
Gli abitanti del villaggio di P. non avevano mai visto il mare. Il paese si trovava al centro di una grande pianura ed era popolato da poveri contadini. Con i loro modesti mezzi, a stento arrivavano alla città vicina. Di certo mai avrebbero potuto permettersi di giungere alla costa, che era molto lontana.
In ogni decente abitato del tempo antico non poteva mancare lo scemo. C'era e si chiamava Hugo. Un giovanotto di bella complessione, guastato dagli occhi spenti e dall'aria assente. A modo suo, però, Hugo era un poeta, che cantava l'amore, l'amore per Jula.
Era essa un altro elemento indispensabile nella vita quotidiana, la bella del villaggio.
Jula, leggera quanto polposa, si comportava come un'ape, che volava di fiore in fiore, purché questi fossero belli.
Hugo le esprimeva inutilmente dolci sentimenti con i suoi versi, ma non c'era nulla da fare.
Jula, al principio, si era anche divertita alle spalle del suo spasimante. Poi si era scocciata e, per toglierlo di mezzo, gli aveva detto: "Ti amerò quando mi porterai al mare."
Hugo chiese in giro cosa fosse il mare. "Acqua" gli risposero quelli che ne avevano sentito parlare. Il ragazzo, a quel punto, decise di strafare, andando al di là dei desideri dell'amata. Gli sembrò, infatti, facilissimo portare il mare ad Jula.
Si presentò a lei con un bicchiere, e, poi, con una caraffa, un bacile, un secchio ben colmi di liquido.
Ogni volta era stato cacciato da Jula che, sghignazzando, lo aveva respinto, dicendo:
“Non è questo. Il mare è di più.”
Hugo, a quel punto, credette di capire come stavano le cose. Corse a recuperare tutti i più grandi recipienti che erano a P., a riempirli d'acqua, ed a disporli, uno accanto all'altro, fino a tappezzare con essi la piazza principale del paese.
Sembrava che il mare, in qualche modo, fosse arrivato a P.. Hugo era forse vicino a coronare i suoi desideri?
Purtroppo, terribili, rimbombanti rumori di stivali e di cingolati spezzarono il sogno.
Erano truppe straniere di occupazione, che consideravano gli abitanti del villaggio esseri inferiori, indegni di vivere. Le truppe catturarono gli abitanti del villaggio, e li condussero in campo di concentramento. I contadini, dopo breve tempo, vennero portati nelle camere a gas ed uccisi. Furono bruciati.
Le loro ceneri, leggere, salirono al cielo confondendosi con le nuvole.
Un vento impetuoso portò lontano gli abitanti di P.. Finalmente videro il mare.
Quando arrivarono alla costa, una nuvola cominciò a filare più veloce delle altre, contrastando, anche, stranamente, il vento. Era Hugo che cercava Jula.
Una nuvoletta, più bella delle altre, rispose.
La nuvola Hugo cozzò contro quella che aveva risposto al suo richiamo.
Diventarono una sola, grande goccia, dalla quale si udì, prima che si confondesse con le vaste acque agitate:
"Ora, finalmente, mi potrai amare. Vedi, ti ho dato molto di più di quello che mi hai chiesto. Ora noi siamo il mare."