Alberi
da "Il messia meccanico"
Ho incontrato nel bosco l'albero più antico del mondo. Venerato genitore, era al centro della foresta, circondato rispettosamente da piante di tutte le specie.
Ho conosciuto la sua storia. All'inizio della sua esistenza non era infisso nel suolo. Si muoveva libero sulla terra felice con la sua compagna, l'amore della sua vita. Un giorno tristissimo, l'oggetto di tanto affetto morì. Il compagno non non volle allontanarsi dal corpicino, che la terra, con il passare dei giorni, dei mesi e degli anni, ricoprì. E l'amante rimase le rimase vicino, cambiando la sua natura, ora di essere immoto. E crebbero da lui lunghi steli che serpeggiarono nel sottosuolo per avvolgere l'oggetto della sua passione e carezzarlo per l'eternità. E pianse inconsolabile non lacrime, ma semi che il vento portò lontano, in ogni luogo. E da ogni seme nacque qualcosa che ebbe la sua vita e le sue esperienze che trasmise ai suoi discendenti, dando origine alle piante, agli arbusti, ai fiori profumati.
Se gli uomini si raccogliessero intorno al primo albero, spezzato da forze naturali, vedrebbero migliaia e migliaia cerchi concentrici. In quel ceppo scorgerebbero la storia dell'uomo, contrassegnata in tutta la sua estensione da fittissimi punti color del sangue. Schizzi e torrenti della linfa vitale dell'uomo avevano bagnato il tronco nella sua inarrestabile crescita e intriso i suoi cerchi. I genocidi, le guerre, le uccisioni di massa erano così tutte segnalate e datate. Ci sarebbero anche buchi, non tarli, ma mancanze: le piante e gli animali che sarebbero potuti nascere, ma impediti dall’uomo. Alle altre creature non sono stati riconosciuti diritti, di vivere e di evolversi in altre forme.
È ora che venga edificate le case degli animali e delle piante, nelle quali a nessun uomo sia concesso di entrare. Non squallide riserve, ma territori liberi.
E un giorno così potrà nascere, frutto di una tranquilla e non ostacolata evoluzione della natura, l'uccello arpa dai colori sgargianti, emettendo i suoni più dolci mai uditi e la rossa rosa perenne, che sempre sboccerà e mai sfiorirà.