Universale Remedium
XIII
Mastro Antipher era instancabile. Come tutte le persone della sua età, aveva un sonno breve. Si svegliava presto e si metteva subito all'opera. L'artifex era dotato di tanta buona volontà. E c’era molto da fare, secondo il suo punto di vista, che non coincideva con quello di Tramma. L’ispettore, che era in una situazione segnata da un’intensa attività cerebrale, aveva annullato ogni attività fisica.
Quella mattina, Titius Caius era intento a ripristinare un’altra bottega, prossima a quella dove aveva messo il quartier generale delle sue attività, simulando di essere un innocente bronzista. Aveva quasi finito e stava per issa-re l’insegna, quando vide Tramma che si trascinava fuori di casa.
«Ispettore, finalmente abbiamo un posto dove mangiare. Le necessità della vita moderna impongono di consumare pasti frugali, affrettati. Questo è il luogo idoneo. È un thermopolium». Mostrò l’insegna.
«Thermopolia Donaldi. Intendo ripristinare altri esercizi simili in Pompei, per costituire una nuova catena di botteghe dove consumare pasti veloci. Per ora ce ne serviremo unicamente noi, ma in seguito, nulla vieta che possano essere di utilità anche ad altre persone, che vorranno ripopolare questa città o, più semplicemente, visitarla. Pensando, però, alle nostre attuali necessità, troverà anche lei, che è molto simpatico poter disporre, in qualsiasi parte di Pompei, di un posticino dove poterci rifocillare».
Tramma non espresse alcuna opinione e andò via, seguito da Platone, che non mostrò neanche lui un grosso interesse per l’iniziativa.
Antipher pensò che il collegamento tra i thermopolia non poteva limitarsi al solo aspetto commerciale. Le botteghe avevano anche bisogno di rifornirsi di acqua corrente. Occorreva ripristinare l’acquedotto, utilizzando i vecchi tubi, in parte ancora efficienti, ed installarne di nuovi, rispettando, però, l’antica tecnologia. Per rendersi conto dello stato del bimillenario impianto, scalò un castello acquario, che si trovava sulla via Stabiana. Appena giunto sulla sommità della costruzione, si guardò in giro, perché la posizione elevata consentiva di avere una visione di Pompei del tutto unica. La sua attenzione fu richiamata da un’insolita animazione. Alcuni furgoni scuri si erano fermati in prossimità della Red Pompeian House e un nutrito gruppo di uomini vestiti di nero ne era sceso. Gli uomini agirono con fulmineità. Penetrarono nella pensione e ritornarono quasi subito all’ingresso. Ogni uomo in divisa nera conduceva o trascinava uno degli ospiti della Red Pompeian House verso i mezzi di trasporto.
Quando quell’operazione di polizia fu conclusa, uno degli agenti si avvicinò con sussiego ad un uomo che doveva essere il capo della spedizione. Quest’ultimo guardò l’orologio, pronunciò poche parole e fece un gesto di consenso. Il poliziotto si avvicinava ora agli scavi, guardando ogni tanto una mappa.
«Trovarvi, ispettore, è stato più difficile di quello che pensavo». Mike, l’antico collaboratore di Tramma, con il suo faccione lentigginoso, portava una nota di simpatia nell’antica casa di Sinopis. Tramma lo abbracciò. Era affezionato a quel ragazzone buono, indolente e pigro ancora più del suo vecchio superiore.
«Vedo che se la passa abbastanza bene qui. Tutto il mobilio deve essere di antiquariato. Ma, com'è? Non c’è il televisore? Come fa?» Mike era sinceramente perplesso.
«Ci sono tante altre distrazioni qui».
«Cinema? Biliardi?».
«Non proprio. Piuttosto, attendevo una tua lettera, sulle informazioni che ti ho chiesto, ma non aspettavo, conoscendoti, che me le avresti portate di persona».
«Le cose non stanno proprio così, ispettore. In effetti, sono rientrato di recente a New new Scotland Yard dopo una lunga malattia. Sa, dovevo fare dei lavori nella mia fattoria nel Casaldiprincipeshire. Appena in servizio, mi sono messo a cercare quello che mi ha richiesto. Il sovrintendente si è meravigliato di vedermi in archivio, beh... di vedermi lavorare, come ha detto. Ha tanto insistito per vedere la sua lettera, ispettore. Non si è espresso molto bene sul suo conto. Non hanno un buon ricordo di lei a New new Scotland Yard».
«Vai avanti, questo non è il punto».
«Dunque, dopo aver dato una sommaria occhiata alla sua lettera, si è chiuso in ufficio. Ne è uscito come una furia ed ha dato disposizioni per organizzare una spedizione qui. Abbiamo arrestato tutti quelli che erano nella Red Pompeian House. E pensare che oggi dovevo chiedere un permesso per uscire più presto. Sono preoccupato. La vacca sta per partorire e le cose stanno per mettersi male».
Il monologo di Mike fu interrotto dal gracchiare di un megafono che propagava una voce imperiosa, che risuonava stranamente tra le antiche mura di Pompei. «Agente, dobbiamo andare. Non possiamo far notte. Vieni subito qui».
«Ispettore, devo andar via. Il mio nuovo superiore non è come lei. Ma le scriverò e le farò sapere quello che le interessa. Tanto, i colleghi hanno già raccolto le informazioni». Il bravo giovane strinse calorosamente la mano a Tariq e scappò via. L’ispettore andò in strada e salutò più volte, con ampi gesti, che Mike ricambiava, ogni tanto, fermandosi e voltandosi.