Lo sfratto

da "Asporti non autorizzati"


In via Tribunali, quasi davanti ad una delle tante chiese, c'era un tempietto, che nessuno ricordava di aver mai visto il giorno precedente. Era fatto di povere cose, assi di legno, vecchie lamiere, tenute insieme alla meglio. C'era un'iscrizione: A San Solaro del Lastrico, il Santo degli sfrattati.

Il Santo cercava di occupare il minor spazio possibile in quella che, evidentemente, era la sua casa terrena. Doveva offrire ospitalità a due vecchi abbracciati, seduti su un divanetto sgangherato e sommersi dai fagotti che contenevano le loro povere cose.

I due erano stati sfrattati con le buone, proprio il giorno precedente, dalla casa nella quale avevano trascorso tutta la loro vita. Avevano giurato di non lasciare il loro quartiere, i loro ricordi, quelle vecchie pietre, e il Santo aveva dato loro una mano.

I vecchi gridarono per l'ennesima volta: "Miracolo, miracolo!" all'indirizzo del Santo che stava per allontanarsi per partecipare, aveva detto, ad un congresso di colleghi.

In realtà, quello non era San Solaro del Lastrico ma il loro ex padrone di casa, infame attore di cabaret, che aveva organizzato una miserabile messinscena, per raggirare i due vecchietti e liberare il suo appartamento.