La vedova

da "Asporti non autorizzati"


Gelsomina, vedova inconsolabile ed ancora piacente, più tempo passava meno poteva resistere alle privazioni, sia morali che materiali, che la mancanza del suo compagno, già bravo giardiniere, le procurava. Dopo aver molto girato, domandato, implorato, finalmente un'esperta fattucchiera del suo paese, per metà strega e per metà ruffiana, le risolse il problema.

"Ho il potere di parlare con i morti. Tuo marito mi ha detto che ogni sera verrà da te e consolerà il tuo dolore. Lascia la porta aperta. Bada bene, però, tuo marito non potrà parlarti e fai in modo che gli incontri avvengano nel buio più completo. Se cercherai di vederlo, lui non potrà più venire da te.

Non fare la stupida, è nel tuo interesse: segui queste regole alla lettera. Tuo marito continua a fare il giardiniere in paradiso, ed ogni giorno ti porterà la sua paga.

Ricordati che metà della paga dovrà essere mia. Così ho pattuito con l'anima benedetta."

Gelsomina andò via soddisfatta. Da quella sera cominciò a ricevere le visite di suo marito. Lo sposo la accarezzava per darle conforto, adempieva ai suoi doveri coniugali e lasciava i soldi.

Così, per quella strada medianica, tutti i maschi del paese, notte dopo notte, seguendo un calendario stabilito dalla maga ruffiana, poterono approfittare delle grazie ancora interessanti della buona e devota Gelsomina.

Una sera, il parroco, che di anime ben si intendeva e che, quindi, più di una volta aveva portato conforto a Gelsomina nei panni del defunto, nella foga dell'incontro fece accendere, inavvertitamente, la lampada sul comodino.

Gelsomina, che qualcosa doveva aver subodorato, risolse la situazione e salvò capra e cavoli. "Padre, come siete stato gentile. Sicuramente stanotte mio marito non è potuto venire ed ha mandato voi a fare la commissione."