Piazza Montesanto

da "Il Contastorie"


Vicino alla stazione della ferrovia Cumana, in piazza Montesanto, ogni giorno, alle dieci in punto, si ripeteva lo spettacolo. 

Mattia Mazzetti, al suono di una piccola fisarmonica, faceva ballare la sua orsa.
Immancabilmente, si radunava una piccola folla di curiosi e sfaccendati, che, alla fine dell'esibizione, si mostrava sempre generosa.

Mazzetti faceva cadere le offerte dal piattino alla tasca, e se ne andava all'osteria a farsi due litrozzi di vino.

Lasciava l'orsa libera, in mezzo alla piazza. La gente si era resa conto che l'animale era mansueto e dolcissimo. Non avrebbe fatto male a una mosca. Perciò nessuno aveva paura.

Mattia, comunque, prima di andare a bere, per eccesso di prudenza, chiedeva ad Enricone, il venditore di banane, di dare un'occhiata all'orsa e di avvertirlo in osteria, nel caso fosse successo qualcosa.

Enricone, però, non chiamò mai Mazzetti. Anzi, il venditore di banane, col tempo familiarizzò con l'animale. Non appena il saltimbanco andava via, Enricone portava l'orsa nella sua casa, una stanza a livello della strada, che era vicina a piazza Montesanto.

La gente sentiva il suono di una fisarmonica provenire dal povero alloggio, ma non focalizzò mai la sua attenzione su quel fatto. Qualcuno pensò che ad Enricone piaceva veder ballare l'orsa in privato.

L'ipotesi della danza venne smentita il giorno in cui Enricone lasciò inavvertitamente aperta la porta di casa. Gli abitanti di Montesanto, accorsi a frotte, potettero così constatare che Enricone stava a letto con l'orsa, e non proprio riposando. La musica, che si diffondeva da un vecchio giradischi, serviva a rendere più allegro e campestre quello che si stava consumando nella stanza.

La gente era sbalordita. I più pratici corsero immediatamente al botteghino del lotto e giocarono: 52 (l'orsa), 55 (la musica) e 72 (la meraviglia). I più disinvolti aggiunsero altri numeri che delineavano più crudamente ed esplicitamente i particolari della vicenda.

In tutto quel trambusto, nessuno si era accorto che Mazzetti era uscito dalla cantina e cercava disperatamente la sua compagna di lavoro nella piazza.

Arrivò, finalmente, alla casa di Enricone. Non gli ci volle molto a capire quello che era successo e a reagire, poi, secondo la sua natura violenta.

Botte e un torrente di parolacce investirono il povero animale: "Sgualdrina! Puttana! Anche conciata così hai dimostrato quelle che sei: una zoccola!"

Quelli che assistevano alla scena si guardarono perplessi. Non capivano e, quindi, non potevano ricavare altri numeri da giocare. Ciò che particolarmente stupiva era il fatto che Mazzetti mostrava, più che la rabbia di un padrone per la malefatta del suo animale, la gelosia e l'ira di un marito cornificato.

Non si sapeva ancora che l'orsa, in realtà, era la bellissima moglie del gelosissimo Mattia. Il saltimbanco, prima del doloroso fattaccio, pensava di aver avuto un colpo di genio a travestirla da orsa.