Vicolo Buio nei pressi del Vecchio Policlinico di Piazza Miraglia

da "Il Contastorie"


La giovane e bella Luisella non aveva nascosto il suo disappunto, quando il marito l'aveva portata nella nuova casa.

"Il vicolo è buio, la casa è esposta a settentrione. Qui non entrerà mai un solo raggio di sole. 

Sai benissimo che dove non entra il sole ci si ammala. Fortuna che non abbiamo figli. Vorrà dire che avrai solo una moglie ammalata."

Il marito alzò le spalle. Il suo magro stipendio non gli permetteva una casa migliore.

Dal giorno successivo cominciò la canzone. Al rientro del marito, Luisella cominciava a tossire. 

Quando , finalmente, smetteva, diceva: "Oggi mi sono sentita molto male. Ho dovuto chiamare tre medici generici, due specialisti e un infermiere."

Ogni giorno era la stessa storia. Variava solo il numero dei medici e degli infermieri, ed il rapporto numerico tra gli specializzati e i generici.

Un giorno, il marito si sentì male, probabilmente anche lui per mancanza di sole. Tornò più presto dal lavoro e trovò la moglie a letto con un otorinolaringoiatra.

La moglie, per darsi un contegno, si mise a tossire. Il medico, per darsi un tono, sussurrava in continuazione: "Dica trentatré, signora."

Non ci volle molto, solo qualche ceffone, perché il marito venisse a conoscenza della dura e poco luminosa realtà. Luisella aveva aperto un domestico bordello per medici e paramedici nella poco illuminata casa.