Zona Porto

Antico botteghino del lotto in Piazza Francese


da "Il Contastorie"


Basta un po' di capelli bianchi e una bella decadenza fisica, e certi scemi in vecchiaia cominciano ad essere ritenuti saggi, e perciò rispettati.

Niente di questo era successo a Samuele Lubovich. Per i suoi compaesani del villaggio di ebrei in uno sperduto posto dell'Europa Centrale, giovane o vecchio, Samuele sempre scemo era.

Lubovich si piccava di essere uno dei più grandi esperti di cabala che fosse mai esistito. Dai numeri ricavava tutto: previsioni, consigli, decisioni. Un giorno, studiando certi numeri, gli parve che fosse suo dovere partire immediatamente per una città che si chiamava Napoli. Lì l'Arcangelo Gabriele gli sarebbe apparso e gli avrebbe dato dei numeri importantissimi.

Quando comunicò la sua decisione di partire, nessuno nel villaggio lo ostacolò. Il consiglio degli anziani ritenne la cosa una pazzia, ma dalla quale la comunità avrebbe ricevuto sicuri vantaggi. Togliersi dalle scatole Samuele Lubovich.


Dopo molti giorni di viaggio, Samuele arrivò a Napoli. Prese alloggio in una pensione nei pressi del porto ed attese. Finalmente l'Arcangelo lo venne a trovare in sogno e gli mostrò cinque numeri.

Il vecchio lavorò molti giorni chiuso nella sua stanza. Ma, e gli capitava per la prima volta nella sua vita, non riusciva a dare un senso compiuto a quelle cifre. Si doveva senz'altro trattare di un messaggio divino. Ma quale?

Con la testa in fiamme per il troppo riflettere, scese in strada per respirare un po' d'aria fresca. In piazza Francese il cuore gli andò in gola. Cielo! C'era qualcuno che poteva aiutarlo. Vide una botteguccia letteralmente tappezzata di cartelli sui quali erano segnati dei numeri, prevalentemente a gruppi di due, tre e qualcuno di quattro o cinque.

Era pomeriggio inoltrato di venerdì, e una piccola folla si accalcava in quel luogo.
Samuele cercò di farsi largo tra quelli che riteneva essere studiosi di cabala e che, invece, più modestamente, erano giocatori di lotto. Riuscì, alla fine, ad arrivare davanti al tizio che raccoglieva i numeri e li scriveva su dei biglietti. Si trattava sicuramente del capo dei cabalisti. 

Da lui poteva ricevere conforto ed aiuto. Gli mostrò i numeri datigli dall'Arcangelo.

Quello che era il ricevitore del lotto, e non il capo cabalista, benché sollecitato a gesti da Samuele, fu molto spicciativo. C'era ancora molta gente che doveva giocare ed era tardi.

Era un botteghino del lotto particolare. Era frequentato da marinai che venivano da ogni angolo del mondo. Un polacco tolse dai guai il ricevitore e fece da interprete. A Samuele fu detto di pagare dieci centesimi e, se fosse andato tutto bene, di ritornare il lunedì.

Samuele, che era molto osservante, non fece assolutamente niente durante l'intera giornata del sabato. Essendo molto rispettoso anche delle abitudini del paese in cui si trovava, non combinò niente neanche di domenica.

Il lunedì, sul presto, tornò alla bottega cabalistica, con il biglietto sul quale il ricevitore aveva trascritto i numeri dell'Arcangelo. Fortuna che fosse presente ancora il marinaio polacco.

Il ricevitore saltò sulla sedia constatando che Samuele aveva azzeccato una cinquina e vinto ben centomila lire. Una somma enorme per quell'anno 1909.

Ci volle il bello e il buono per far capire a Samuele che quella non era una bottega cabalistica. 

Altrettanto difficile fu spiegargli il gioco del lotto. Lo trovò nel complesso non totalmente immorale, ma c'era una difficoltà. Le estrazioni venivano effettuate di sabato. Lui era rigorosamente osservante. Non poteva ritirare una vincita che infrangeva la regola del riposo. 

Il marinaio, però, lo convinse a non essere così rigido ed a chiedere un parere al consiglio degli anziani del suo villaggio.

Samuele non perse tempo. Inviò un lungo messaggio telegrafico al suo paese, spiegando i numeri ed arrivando alla vincita.

In men che non si dica arrivò la risposta.

"Abbiamo studiato i cinque numeri. Hai violato la legge, le regole, tutto. Comunque, ti ordiniamo di ritirare il danaro. Bada, però. Non potrai tenere per te i soldi della vincita. Dovrai consegnarli a noi tre anziani. Sappiamo bene cosa farne. Per prima cosa studieremo i numeri di serie della banconote che ci porterai. Dobbiamo capire se dobbiamo mandarti a Montecarlo o in qualche altro posto perché tu scopra altre verità."