'A Pruvvedenzia 'e Dio nun manca maje

(La Provvidenza non manca mai.)


da "Il Contastorie"


Passavo la sera in una vecchia e sporca osteria in vico Carceri San Felice, una stradina a ridosso di piazza Dante.

Sentivo rumore di piatti, chiasso di gente ubriaca provenire dall'altra sala. Me ne stavo da solo in una stanzetta vicina all'ingresso.

Dal mio punto di osservazione potevo vedere bene la cucina, da dove si alzavano nuvole di vapore, impregnate di olio fritto, dell'odore di salse, di carne, di pesce. Ogni tanto, lingue di fuoco salivano dai fornelli, contribuendo ad annerire le pareti grasse ed il soffitto. Vicino alla cucina era seduto, nascosto ai più, un vecchio cameriere.

L'uomo aveva superato da un pezzo l'età per lavorare, ma la pensione non bastava ai bisogni suoi, della moglie e, soprattutto, dei suoi figli senza lavoro. Così, per arrotondare, aveva accettato di fare il cameriere in una sudicia osteria, dove trascinava ogni notte i suoi piedi gonfi, doloranti.

Non ce la faceva proprio più. Ogni tanto si sedeva su una panca. Qui la stanchezza, ad un tratto, prese il sopravvento ed il vecchio si addormentò. Sognò sua moglie giovane, i suoi figli bambini. L'uomo non si svegliò, non si accorse delle urla dei clienti che volevano essere serviti, degli strilli del cuoco che lo chiamava.

Anche quella sera il vecchio cameriere era in grande pericolo. Poteva perdere il suo miserabile lavoro.

Ma i piatti cominciarono a muoversi da soli, a mezz'aria e passarono dalla cucina ai tavoli, dove i clienti continuavano ad ingozzarsi.

Nessuno si accorse che, apparentemente, nessuno trasportava ogni sorta di ben di Dio.

Il cameriere, ad un tratto, entrò in uno stato di torpore meno profondo. Aprì un pochino gli occhi e vide anche lui un piatto ricolmo, che volava e, poco lontano, due grandi ali bianche, ripiegate, sporche, come quelle di un uccello stanco.

La visione fece immediatamente tornare in sé il vecchio cameriere. Ebbe la forza di correre in strada per constatare che il tempietto vicino all'osteria mancava della grande statua dell'Arcangelo. L'uomo si precipitò nel locale e si inginocchiò fissando il piatto volante, le grandi ali bianche e i piedi dell'Arcangelo, gonfi e doloranti.