Diario dell'entità Ilario / 16

data olimpica radiosa

da "Papà è nel tavolino"

Stanchi dei guasti del monoteismo, abbiamo avuto la fortuna di sapere da fonti riservate e solitamente bene informate una notizia che potrà cambiare il nostro destino.

Basandoci su una vecchissima mappa del tesoro, abbiamo scoperto un angolo remotissimo e dimenticato dell'aldilà. Era separato dal resto da siepi altissime, incolte e impenetrabili. Ma la mappa conteneva l'indicazione di un piccolo varco, molto ben nascosto. Siamo penetrati attraverso il buco e ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo bellissimo, fatto di armonia, di pace e di serenità.

Si sono fatti incontro a noi Dei, Semidei, Muse, Eroi. Erano tutti incuriositi dalla nostra apparizione. Il fatto è spiegabile, perché da più di 1500 anni non vedevano più un mortale o un ex mortale.

Siamo stati portati al cospetto del padre di uomini e dei. 

Il sommo Giove ci ha parlato con tono, ovviamente, paterno:

“Ci hanno sconfitto e perseguitato, è vero. Ma anche noi ci siamo ritirati dal giro. Eravamo stanchi di sentire che le nostre erano tutte balle. E quelle degli altri? Ce la passiamo bene tra di noi. Facciamo una vita ritirata. Io, personalmente, mi contento di quello che passa il convento (faccio per dire). Ma duemila anni di Giunone stancano... Gli uomini, poi, sono stati stupidi. Hanno corso appresso a religioni spietate, si sono fatti mettere sul rogo, impalare, maltrattare, uccidere. Lo so, lo avrebbero fatto lo stesso, ma forse un po' meno e, quantomeno non in nome di un Dio, che, in fondo sembrava essere lo stesso per tutte le parti in causa.

Io non ce l'ho con gli ebrei perché hanno ucciso Dio, ma perché se lo sono inventati. Non mi si accusi di antisemitismo, nessun vero pagano lo è mai stato. Ma io dico loro che essi stessi hanno creato i loro guai. È da loro che sono nati i cristiani e, poi, i mussulmani. 

Una parte dell'umanità, poi, in tempi moderni, è diventata razionalista. Liberi pensatori. Sarà... ma l'essere umano ha necessità di credere alle favole. Solo che si sceglie sempre le favole che gli fanno male. Ora hanno deciso di farsi il paradiso in terra, si sono trasformati in adoratori di beni materiali, e fanno, costruiscono, si divertono, inquinano. La verità è che il paradiso non sta né in cielo, né in terra. Quello di cui l'umanità aveva bisogno, per soddisfare la sua parte irrazionale, per sconfiggere o attenuare la paura della morte, è una religione leggera, non impegnativa, senza verità assolute che fanno male, che aggiungono altri motivi di odio. 

Innocente e senza odio era la nostra, che non veniva neanche chiamata religione. Sì, tra di noi litigavamo, ci tiravamo terribili scherzi, ma alla fine trovavamo l'accordo. Eravamo un esempio di coesistenza per gli uomini. 

Nella nostra creazione, poi, veniva prima la terra, poi noi, e dopo gli uomini. Che idea terribile quella di aver fatto gli uomini a immagine e somiglianza di dio e di averli posti prima della loro Madre. Così ne hanno potuto fare strame. Tra poco la Terra sarà un posto inospitale.

Ah, il vecchio e buon Esiodo. Cosa ha scritto al principio delle storie che ci riguardavano? Che i suoi scritti erano ispirati dalle Muse. E, poi, ha aggiunto che le Muse indulgevano nel dire bugie. Non è grandioso tutto questo? Meglio sempre dubitare.

E, ora, caro amico, sono stanco, non ho più la vitalità di un tempo. Non sono più ricaricato dalle preghiere degli umani. Ma agli uomini voglio dire che con la nostra perdita hanno gettato alle ortiche una grande occasione."

Non è stato facile, ma alla fine ci siamo riusciti! Abbiamo avuto il permesso di essere ammessi sull'Olimpo insieme alle nostre famiglie.

Peppino è stato divinizzato con tutti i crismi. Come si conviene in un Pantheon bene educato, però, i suoi fedeli verranno informati con garbo sulle controindicazioni del suo culto, nei termini dei potenziali effetti negativi sugli iperglicemici.

Abbiamo faticato molto, ma alla fine anche Miscia ha accettato. Ora è un Semidio e rappresenta il mito del trionfo del proletariato.

Io mi sono accontentato di un ruolo minore, di Eroe, accanto a Ercole, anche se i miei voti in educazione fisica hanno sempre lasciato a desiderare.

Lucilla e i ragazzi hanno accettato di trasferirsi anche loro qui, ma ho dovuto giurare che non sarei mai corso appresso alle Ninfe e alle Muse. 

Cosa facciamo tutto il giorno? Creiamo nuovi miti e ci giochiamo. Giocare è il motivo primo della nostra esistenza, null'altro.

Io e Lucilla guardiamo i nostri figli crescere felici. Anche noi siamo contenti. Li abbiamo sottratti a un sicuro destino di esuberi e di precari, alla mercé della spietata Mano Invisibile.

Peppino, che ha assunto anche il nome di Puppinion, attrae a sé le Ninfe offrendo miele e cannoli. Poi si dà al mito più sfrenato. Attingendo all'inconscio collettivo, alla coscienza cosmica, all'archetipo universale Egli è la dove deve essere. E, colà dove si riuniscono la Banca Mondiale, il G8, l'Organizzazione mondiale per il commercio, i capi delle grandi religioni del libro, il parlamento europeo, Egli fa discendere, sottile seppure insistente e fitta, la pioggia dorata.